Ecco un’altra leggenda molto diffusa, di cui si conoscono diverse varianti.
In una certa località, imprecisata quanto quella che diede i natali ad Omero, tante persone cominciarono ad ammalarsi e a sputare sangue.
Dopo una lunga indagine, i medici del luogo si resero conto che tutti erano affetti da una strana infezione batterica, una specie di tubercolosi mutante.
Secondo alcune versioni, si sarebbe trattato addirittura di una
tubercolosi virale. Non so bene cosa con ciò s’intenda, visto che l’agente patogeno della TBC è un batterio; e che un virus non può certo nascere come mutazione di un batterio.
Comunque, fatta la diagnosi, i medici (non potendo guarire i malati, per i quali non c’era cura e dunque morivano), si dedicarono alla ricerca del
paziente zero; alla fine lo identificarono in un dipendente di un’azienda produttrice di latte; l’untore, affetto dal misterioso virus mutante, era una sorta di portatore sano, ovvero di malato che riusciva a condurre una vita piú o meno normale.
Ma ogni mattina lo zelante dipendente sputava nelle vasche del latte, contaminandole con sangue infetto, e cosí facendo diffondeva la pestilenza.
Questa è l’essenza della leggenda; qui poi si innestano alcune varianti che sostengono che il poveretto si fosse ammalato per colpa dell’azienda; e diffondendo l’infezione si vendicasse.
Qualcuno comunque ha anche spiegato che questa dell’untore era una diceria: che in realtà ad essere affette dalla
tubercolosi virale mutante erano le stesse mucche. Forse anche loro sputavano nelle vasche.
7 marzo 2007
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