Questo dello
stare attenti a dove la si fa è un filone davvero inesauribile... gli argomenti scatologici esercitano un grande fascino sull’immaginario collettivo.
Una notte un giovane, non potendo trattenerla oltre, decise di fare la pipí per strada, ma con discrezione. Si appostò dietro un albero, in modo da non recare offesa a eventuali passanti.
Purtroppo per lui, la temperatura era piuttosto bassa, e il giovane d’altronde era piuttosto brillo. Aveva infatti trascorso la serata consumando grandi quantità di birra con gli amici. Fatto sta che il suo manicotto andò incontro a un principio di congelamento. Il giovane non se ne accorgeva e continuava a urinare, pur cominciando ad avvertire un fastidioso bruciore.
Quando si accorse, dal colore dell’arnese, che qualcosa non andava, cominciò a sospettare ciò che stava accadendo. Impaurito, diede un paio di colpetti all’attrezzo per rivitalizzarlo. Purtroppo, il processo di congelamento si era ormai compiuto. L’accessorio, ormai ghiacciato,
gli si staccò di netto e cadde a terra.
La leggenda, oltre al solito gusto per la derisione/esaltazione delle funzioni corporali, sembra avere un doppio sottofondo moralistico: primo, non bisogna bere troppo, secondo non la si fa per istrada.
Poiché però vivo in un paese il cui clima è abbastanza caldo, la leggenda l’ho sentita sempre riferire come occorsa a un conoscente di un amico che abita all’estero, lontano, dove il clima è ostile e i manicotti si gelano.
3 aprile 2007
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