Leggende metropolitane
Padre, ho peccato



Volendo alleggerirsi la coscienza, una signora che aveva avuto una breve distrazione extraconiugale con un giovane incontrato a una festa, andò a confessarsi presso una chiesetta situata in un quartiere piuttosto lontano dalla sua abitazione.
Ebbe dunque un colloquio con l’anziano confessore che, notando il nervosismo della signora, la aiutò a sentirsi a proprio agio; e volle con lei recitare diverse preghiere prima di procedere ad ascoltare i suoi peccati. Infine la signora si sentí abbastanza a proprio agio e riuscí a confessare la propria mancanza.
L’anziano parroco però taceva, e dopo qualche minuto la signora si sentí smarrita. In punta di piedi, si staccò dal confessionale e si allontanò.
Accadde che dopo qualche minuto un’altra signora, stavolta piuttosto anziana, si presentasse allo stesso confessionale; rendendosi conto che il confessore era presente, al di là della grata, ed essendo una frequentatrice abituale della parrocchia, entrò subito in argomento: «Padre, sono affranta: l’ho fatto ancora», disse.
Il parroco, che in effetti (essendo piuttosto anziano) si era assopito durante la confessione precedente, si riscosse dal suo pisolino e, non rendendosi conto del cambio di penitente, sussurrò con un filo di voce: «Per il tuo pentimento, figliola, hai il perdono del Signore. Ma devi promettere che non vedrai mai piú quell’uomo».
L’anziana penitente, benché interdetta, assentí e si allontanò costernata; eppur risolta a fare come le era stato detto. Il fatto è che il peccato che si era recata a confessare non era un tradimento, ma piuttosto l’ennesimo bisticcio con il proprio genero.
E cosí fu che i litigi tra l’anziana peccatrice e il povero genero ebbero fine.

15 ottobre 2011


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