Hoax e mistificazioni
Spiati da un motore di ricerca



Fine maggio 2003: ricevo con la posta elettronica un’allarmante comunicazione:

Sono ormai migliaia gli utenti italiani che segnalano danni al sistema operativo a causa di conflitti scatenati da software che si autoinstallano durante la connessione con il motore di ricerca Google. La Polizia Postale italiana, allertata dai comunicati che circolavano in Rete circa la presunta presenza di virus informatici nel famoso motore di ricerca, ha accertato che Google avrebbe effettivamente inserito nei propri servers dei programmi-spia che si autoinstallano nei PC degli utenti non appena costoro cliccano sul pulsante Cerca con Google. Tali programmi-spia prelevano e inviano informazioni sulle URL presenti nelle cartelle Cronologia e Preferiti, in modo da avere una vera e propria schedatura di milioni di utenti, atta a individuare dettagliatamente gusti, argomenti preferiti, siti visitati, parole chiave maggiormente inserite, ecc, con l’evidente scopo di acquisire dati utili per le pianificazioni pubblicitarie. È in corso di accertamento anche l’ipotesi, sostenuta da alcuni esperti, che tali programmi-spia possano catturare anche gli indirizzi email presenti nelle cartelle della posta elettronica dell’utente. Come è noto, il giro d’affari sulla vendita (più o meno ufficiale) di liste di indirizzi email è uno dei maggiori business della Rete. Sono già decine le querele contro Google Italia per uso illegale di strumenti informatici, violazione della Legge sulla privacy e danni materiali.

Il messaggio è calunnioso e mistificatorio. Appare con ogni evidenza come un attacco gratuito al piú popolare fra i motori di ricerca. Gli atti di disinformazione passano fra l’altro per la confusione tra virus e programmi spia (nessun esperto di informatica confonderebbe le due tipologie di software) e per la strategia (tutto sommato piuttosto banale) di ventilare una vasta gamma di azioni negative: accesso alla cartella cronologia e alla cartella preferiti, violazione delle liste degli indirizzi email, non meglio definiti danni al sistema operativo.
Ciò che rende piú ridicolo il messaggio è che un motore di ricerca non avrebbe nessun bisogno di intrufolare software spia nei pc di alcuno per (cito) individuare dettagliatamente gusti, argomenti preferiti, siti visitati, parole chiave maggiormente inserite. Sarebbe un po’ come dire che piazzo un microfono a casa dei miei amici per sentire cosa mi dicono quando ci telefoniamo...

22 novembre 2011


Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.

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