Leda fu la bellissima regina di Sparta, figlia del re etolico Testio e moglie del re spartano Tindareo. Era tanto bella come nessun’altra mortale, al punto che lo stesso Zeus si innamorò di lei e, per poterla possedere, architettò un inganno: assunse le sembianze di un bellissimo cigno, attirò la regina, e la fece sua sulle sponde del fiume Eurota.
Quella stessa notte la regina giacque con Tindareo e, in conseguenza delle unioni di quel giorno, dopo qualche tempo depose due uova. Da esse nacquero quattro creature: due gemelle (Elena e Clitemnestra) e due gemelli (Castore e Polideuce).
Al riguardo sono state dette tante cose, tra cui che la sola Elena avesse natura divina, mentre Clitemnestra, Castore e Polideuce fossero figli di Tindareo e dunque mortali; o che fosse umana la sola Clitemnestra; ma in considerazione di altri eventi, e del fatto che il padre degli dèi non potesse certo esser meno fecondo di Tindareo, diremo che in verità Elena e Polideuce avessero natura divina, mentre mortali furono Castore e Clitemnestra.
Su Tindareo gravava però l’ira della dea Afrodite: era infatti accaduto anni prima che, durante un sacrificio agli dèi, il re si fosse scordato di menzionare proprio la dea dell’amore. Ed ella, che come molte dee portava rancore, aveva decretato che le figlie di Tindareo sarebbero state tristemente famose come adultere.
La maledizione ebbe gli infausti esiti che tutti conosciamo: l’infedeltà di Elena al marito Menelao fu la causa della guerra di Troia; e Clitemnestra fu l’adultera sposa di Agamennone, e lo uccise al suo ritorno dalla spedizione troiana.
La maledizione ebbe effetto anche su Timandra, altra figlia di Leda e Tindareo, che abbandonò il proprio marito Echemo per Fileo; non ci è poi dato sapere se furono adultere anche le altre due figlie di Leda e Tindaro: Febe e Filonoe, che in bellezza gareggiava con le dee.
13 ottobre 2011
Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.
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