Una volta o l’altra tutti abbiamo sentito usare queste due espressioni:
pagare il fio (di una malefatta, di una cattiva azione, e via di questo passo) e
pagare lo scotto
(magari della propria inesperienza).
Qual è dunque il significato di questi due strani sostantivi? Cosa sarebbe esattamente il
fio? E cos’è mai lo
scotto?
Orbene, l’uno e l’altro ci rimandano a un passato abbastanza lontano; il
fio, in particolare a un’istituzione ormai per noi abbandonata. Ma andiamo con ordine.
Per
fio si intende propriamente il tributo feudale: quanto doveva essere corrisposto al signore del luogo per le proprie attività produttive. Ad esempio, una decima parte del raccolto, una tassa per scaricare merci in un porto oppure per attingere acqua da una fonte, e via di questo passo. Il termine rimanda al francese
fieu che indica propriamente il feudo: si tratta dell’adattamento di un termine di origine germanica.
Lo
scotto è invece propriamente il conto della taverna o dell’osteria, quanto dobbiamo corrispondere all’oste per il pasto consumato o per l’alloggio fornitoci.
L’usanza non è evidentemente venuta meno, ma se ne è perso, nell’uso, l’antico nome: che è pure di origine germanica, essendo un adattamento del francone
skot.
19 novembre 2014
Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.
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