Tra le antiche divinità italiche, Liber occupa un posto di rilievo. Dio della fecondità, veniva celebrato durante le feste denominate
Liberalia, che si tenevano il 17 di marzo. In tale occasione, i giovani che avevano compiuto il quindicesimo anno di età indossavano la toga virile.
A Liber erano associate la dea Libera e la dea Cerere, e a questa particolare triade di divinità agresti fu intitolato un tempio edificato, nel 493 a. C., sul colle Aventino.
In verità, la coppia costituita da Liber e Libera presiedeva specificamente alla generazione, rispettivamente per quanto riguarda la componente maschile e quella femminile; ciò portò alla diffusione di culti rurali durante i quali un fallo veniva portato in giro per i campi, per poi essere condotto in città.
Come accadde per le altre divinità italiche, anche Liber fu identificato con un dio greco, Dioniso: per specifico riferimento alla fertilità della vite. In conseguenza di ciò, il nome del dio fu usato in latino per designare, per metonimia, il vino. Analogamente, Libera fu identificata con la greca Persefone e Cerere con Demetra.
Come spiega Dumézil, l’associazione di Liber con la vite risale comunque a tempi piuttosto antichi: un vaso rinvenuto a Falerii e risalente verisimilmente al 600 a. C. riporta un’iscrizione¹ che, pur lacunosa, sembra poter essere interpretata come:
Ceres farmentom, Loufir uinom [...]
contenendo dunque un’invocazione alla dea Cerere perché dispensi frumento, al dio Liber perché offra vino.