Raccontata da un’amica rumena. Una ragazza una sera andò a ballare in discoteca, e le capitò di flirtare con un ragazzo che le piaceva. Danzarono a lungo insieme, e durante la serata si baciarono piú volte; a fine serata, lui la invitò ad andare a casa sua, ma la ragazza non volle, sicché tornò a casa e andò a dormire.
Si rividero comunque la sera seguente per una chiacchierata e un gelato; si baciarono ancora, ma neanche questa volta la giovane volle concludere la sera a casa del ragazzo. La mattina dopo, mentre si preparava per andare all’università, la ragazza vide la propria immagine allo specchio e ne ebbe uno choc: il suo viso era cosparso di orrende macchie e bubboni. Terrorizzata, telefonò a un’amica che subito la raggiunse; l’amica convinse la ragazza a chiamare subito il suo medico, e poco dopo si recarono nel suo ambulatorio. Il medico chiese alla giovane cosa avesse fatto la sera precedente e alla fine lei raccontò quel che aveva fatto. Molto perplesso, il dottore spiegò che il tipo di sfogo che la ragazza aveva sul viso si verificava dopo un contatto con il tessuto di un cadavere.
Chiamarono subito la polizia, che la sera rintracciò il ragazzo che la nostra protagonista aveva conosciuto in discoteca. Colpiti da un odore acuto che proveniva dal suo appartamento, due agenti fecero irruzione, e all’interno trovarono i cadaveri di alcune giovani donne in avanzato stato di decomposizione. Si seppe in seguito che erano state uccise e violentate post mortem. Da quel giorno né la ragazza, né la sua amica, e neanche molte delle altre loro amiche, hanno piú osato metter piede in discoteca.
23 ottobre 2011
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