Mitologia greca
Tiresia (I)



Nella mitologia greca la figura di Tiresia compare frequentemente, in diversi miti e ambientazioni.
Tiresia era un indovino cieco; lo troviamo a Tebe accanto a Èdipo, lo troviamo nell’Ade dove Odisseo incontra la sua ombra.
Questa è la storia di come Tiresia divenne cieco; o almeno, una delle storie, cosí come la racconta il poeta Callimaco.
Si racconta che in gioventú Tiresia, trovandosi a passare in prossimità di una fonte, fu attratto da un insolito spettacolo; una figura chiaramente divina, che si sarebbe poi scoperto essere la dea Atena, prendeva un bagno nuda.
Tiresia si soffermò a contemplare la dea. E per questo motivo ella impose le mani sui suoi occhi e lo accecò. Tuttavia, per compensare Tiresia della perdita della vista, gli donò capacità profetiche.
Volendo fare alcune brevi considerazioni sul mito, la prima cosa evidente è che Tiresia non è stato punito per aver commesso una colpa.
La notte scende sui suoi occhi, che sono folgorati da una visione insopportabile. Tiresia ha contemplato il fulgore divino, è accecato non altrimenti che se avesse fissato il suo suardo sul sole. Ma l’interpretazione di questo evento non deve essere meccanica: non è una legge fisica che oscura la vista del giovane, ma l’aver oltrepassato il limite rigidamente fissato per l’essere umano. Come Icaro che precipita al suolo per aver volato troppo alto, Tiresia non è vittima di un mero rapporto di causa-effetto: si tratta di cadute che rientrano nell’ordine superiore del cosmo.
L’altra considerazione è che Tiresia, cieco, diviene indovino.
Le sue capacità profetiche sono una compensazione per la perdita subita? Questa sarebbe una spiegazione semplicistica. In realtà Tiresia è passato a un altro piano di conoscenza.
La conoscenza empirica del mondo è legata alla vista: è la conoscenza di cui sono dotati tutti gli esseri umani. Ma esiste un altro modo di sapere le cose e di comprendere la realtà, nel cosmo ordinato dal Fato. E questo modo, questa capacità, prescinde dal dono della vista - ossia dalla comune esperienza.
In questi termini, Tiresia perde in un istante tremendo e folgorante non solo la vista ma anche le catene che gli impedivano una piú alta comprensione della realtà.
Il tema è ripreso in maniera sottile dal poeta Sofocle nel suo Èdipo Re, una tragedia basata sul problema della conoscenza. Qui Tiresia è contrapposto a Èdipo, uno dei piú saggi tra gli uomini, colui che fu in grado di sconfiggere la Sfinge grazie alla sua superiore intelligenza. I due personaggi rappresentano diverse tipologie di conoscenza: e il finale della tragedia dimostra la superiorità della capacità profetica dell’indovino sull’intelligenza interpretativa di cui Èdipo è il simbolo.

1 maggio 2007


Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.


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