Mitologia greca
Atalanta



La vergine Atalanta era la figlia di Iaso e Climene. Suo padre era stato talmente deluso dalla nascita di una figlia femmina che l’aveva abbandonata ai piedi di una collina chiamata Partenia. Qui la bimba era stata soccorsa da un’orsa, inviata dalla dea Artemide, e successivamente allevata da dei pastori.
Atalanta crebbe e divenne fanciulla, e decise di rimanere vergine e di portar sempre con sé delle armi. Di lei si innamorò Melanione, figlio di Anfidamante. Atalanta, poiché non aveva la minima intenzione di sposarsi (anche perché la verginità le era stata raccomandata da un oracolo delfico), poneva una dura condizione a tutti i suoi pretendenti: che essi la superassero in una gara di corsa; e poiché era la piú veloce tra tutti i mortali, nessuno era mai riuscito a vincerla, ed ella aveva preso la vita di tutti gli uomini che l’avevano sfidata.
Melanione poteva però disporre di un’alleata formidabile: Afrodite, la dea dell’amore; ella donò al giovane tre mele auree, e gli raccomandò di lasciarle cadere durante la corsa, in modo che Atalanta si fermasse a raccoglierle. Cosí avvenne, e per la prima volta la fanciulla perse una sfida.
Fu cosí che Atalanta perse la sua verginità. Si dice anche che in seguito ella fu infedele a Melanione, e che da una sua relazione con Meleagro, figlio del re di Calidone Eneo, nacque un bambino. Questi fu esposto sulla collina Partenia, e venne chiamato Partenopeo: il nome significa «figlio di una vergine violata», poiché Atalanta pretese sempre di essere rimasta vergine.

18 ottobre 2011


Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.


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