Mitologia greca
Frisso ed Elle



Questo è un mito che ci è raccontato dall’autore oggi noto come Pseudo-Apollodoro nella sua Biblioteca.
Atamante, re della Beozia e figlio di Eolo, sposò la dea delle nubi Nefele, e da lei ebbe due figli: un maschio, Frisso, e una femmina, Elle; in seguito, però, ripudiò la moglie legittima e sposò in seconde nozze Ino, dalla quale ebbe degli altri figli. Ora, Ino tramava contro i figli di Nefele, ed organizzò contro di loro un’insidia: persuase le donne della regione a seminare i campi con semi di grano bruciati, che naturalmente non diedero frutto. Preoccupato per la carestia, e senza sospettare l’inganno, Atamante inviò dei messi perché interpellassero l’oracolo delfico. I messaggeri, corrotti da Ino, riferirono un falso responso secondo cui il dio raccomandava il sacrificio di Frisso, il che avrebbe posto fine alla carestia. Atamante era già disposto a sacrificare il proprio figlio, ma Nefele rapí i due fanciulli per metterli in salvo: e donò loro un ariete fatato, il cui vello era d’oro, che aveva ricevuto a sua volta da Ermes. L’ariete trasportò i due giovani oltre il mare, verso la salvezza; nei pressi del Chersoneso però Elle scivolò dalla sua groppa e precipitò nelle acque, dove perí. Da quel giorno quel tratto di mare prese il nome di Ellesponto: Ἑλλήσποντος in greco, ossia Mare di Elle.
Frisso riuscí invece a raggiungere la remota regione chiamata Colchide, ove regnava Eeta, figlio di Elio e Perseide e fratello di Circe e Pasifae. Qui il giovane si uní in matrimonio con Calciope, figlia di Eeta, e offrí l’ariete in sacrificio a Zeus protettore dei fuggitivi. Eeta fece appendere a una quercia il vello dell’ariete, in un bosco sacro ad Ares.

27 aprile 2015


Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.


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