Una delle figure piú importanti del pantheon nordico è Þórr, il dio del tuono, il cui nome oggi è solitamente traslitterato
Thor. Tra gli dèi è uno dei piú potenti: tuoni e fulmini sono sue manifestazioni, e si dice siano provocati dal suo transito nel cielo,
quando si sposta a bordo del suo carro trainato da capri. Si sa che è figlio di Óðinn e della Madre Terra, il cui nome nella cultura antico nordica
è Jörð. Sua sposa è la bionda Sif, con cui egli ha generato uan fanciulla chiamata Þrúðr. È pure figlio del dio del
tuono Móði, ma non è certo chi sia sua madre. Amante di Þórr fu la gigantessa Járnsaxa che gli generò Magni.
L’arma di Þórr è un potente martello, da cui scaturiscono i lampi e in cui si concentra la potenza del dio; il martello è l’arma
piú temuta dalle creature demoniache, ed è grazie a quest’arma che egli ha ucciso innumerevoli giganti. Nel giorno dei Ragnarök
Þórr è destinato a perdere la vita sacrificandosi nella piú grande delle battaglie: egli combatterà infatti contro Jörmungandr,
il serpente di Miðgarðr, un duello che sarà fatale a entrambi. Il dio del tuono riuscirà infine a trionfare sul suo odioso nemico, ma non
potrà muovere che nove passi prima di cadere morto a sua volta, avvelenato dal respiro letale del serpente.
Di Þórr si narrano numerose imprese, ed è certo che fra tutti gli dèi nordici egli fu uno dei piú venerati.
25 novembre 2011
Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.
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