Mitologia romana
Nettuno
Nettuno è un antichissimo dio romano che presiede alle acque. Benché la tardiva identificazione con l’ellenico Poseidone abbia voluto vedere in lui il re del mare, in origine Nettuno era piuttosto la divinità delle acque fluviali; d’altronde, nella fase piú antica della mitologia romana, il mare non era probabilmente oggetto di particolare interesse né di culto; ma con il tempo gli interessi dei romani si sarebbe spostati anche in quella direzione.
Appare comunque piuttosto probabile che il culto di Nettuno sia un retaggio indoeuropeo, e ciò lo legherebbe ad altre divinità, come ad esempio l’avestico Apam Napat, «discendente delle acque» e il celtico Nechtan, il cui nome ha lo stesso significato. Questa ipotesi, avanzata da Georges Dumézil, spiega in maniera suggestiva e convincente l’origine del nome del dio, che fu oscura anche agli antichi, conducendoci alla radice indoeuropea *NEPT- (che ritroviamo anche nel latino nepos) che indica la discendenza.
A proposito della diffusione del culto in età già molto antica, si deve rammentare che un tempio al dio sorgeva sul Campo di Marte, in prossimità del fiume Tevere; e che nella vicina città di Falerii Nettuno era venerato come il capostipite della cittadinanza, dato che i falisci ritenevano che Halesus¹, il loro eroe eponimo, fosse figlio del dio.
Il dio era raffigurato solitamente (ma forse per influenza ellenica) in piedi su un carro, con un tridente in mano. La sua festa cadeva il 23 di luglio, uno dei giorni piú torridi dell’anno, quando maggiormente incombeva il pericolo della siccità.
- Il falisco Halesus è formalmente corrispondente al latino Falerus.