Le mie ricerche fra le cartelle perdute hanno riesumato un’email che ricevetti l’11 settembre del 2007. Si trattava di uno degli innumerevoli hoax che circolavano quell’anno, stavolta l’argomento era ingegnoso e suggestivo. Riporto il testo:
Come avere la benzina a metà prezzo?
Anche se non hai la macchina, per favore fai circolare il messaggio agli amici.
Benzina a metà prezzo? Diamoci da fare... Siamo venuti a sapere di un’azione comune per esercitare il nostro potere nei confronti delle compagnie petrolifere. Si sente dire che la benzina aumenterà ancora fino a 1.50 euro al litro. Uniti possiamo far abbassare il prezzo muovendoci insieme, in modo intelligente e solidale. Ecco come....
La parola d’ordine è «colpire il portafoglio delle compagnie senza lederci da soli». Posta l’idea che non comprare la benzina in un determinato giorno ha fatto ridere le compagnie (sanno benissimo che, per noi, si tratta solo di un pieno differito, perché alla fine ne abbiamo bisogno), c’è un sistema che invece li farà ridere pochissimo, purché si agisca in tanti. Petrolieri e l’OPEC ci hanno condizionati a credere che un prezzo che varia da 0,95 e 1 euro al litro sia un buon prezzo, ma noi possiamo far loro scoprire che un prezzo ragionevole anche per loro è circa la metà. I consumatori possono incidere moltissimo sulle politiche delle aziende: bisogna usare il potere che abbiamo. La proposta è che da qui alla fine dell’anno non si compri piú benzina dalle due piú grosse compagnie, Shell ed Esso, che peraltro ormai formano un’unica compagnia. Se non venderanno piú benzina (o ne venderanno molta meno), saranno obbligate a calare i prezzi. Se queste due compagnie caleranno i prezzi, le altre dovranno per forza adeguarsi. Per farcela,
però dobbiamo essere milioni di non-clienti di Esso e Shell, in tutto il mondo. Questo messaggio proviene dalla Francia, è stato inviato ad una trentina di persone; se ciascuna di queste aderisce e a sua volta lo trasmette a, diciamo, una decina di amici, siamo a trecento. Se questi fanno altrettanto, siamo a tremila, e cosí via... Di questo passo, quando questo messaggio sarà arrivato alla settima generazione, avremo raggiunto e informato 30 milioni di consumatori! Inviate dunque questo messaggio a dieci persone chiedendo loro di fare altrettanto. Se tutti sono abbastanza veloci nell’agire, potremmo sensibilizzare circa trecento milioni di persone in otto giorni! È certo che, ad agire cosí, non abbiamo niente da perdere, non vi pare?
Chi se ne frega per un po’ di bollini e regali e baggianate che ci vincolano a queste compagnie. Coraggio, diamoci da fare!
PS: Non fare «inoltra» ma copia e incolla questa mail per mantenerla ordinata e permettere una migliore lettura.
Nel trascrivere questo divertente hoax ho omesso le prime righe, nelle quali si millantava che l’iniziativa fosse stata presentata sul blog di Beppe Grillo, e si introduceva la solita immancabile formula:
provare non costa nulla. Ho anche «normalizzato» la grafia, eliminando un po’ di fastidiose maiuscole, puntini di sospensione e punti esclamativi.
Nel merito della questione, spiega benissimo Paolo Attivissimo nel suo
blog che il nocciolo della bufala sta nel fatto che piú del 60 % del prezzo finale della benzina dipende da accise e IVA, quindi a poco servirebbe, in ogni modo, far pressione sulle compagnie petrolifere. Ammesso che si possa immaginare che una strategia cosí strampalata possa effettivamente essere messa in atto.
Vorrei rimarcare in questo hoax due aspetti leggermente inconsueti: lo sconfinato ottimismo che si traduce nell’idea di poter coinvolgere trenta, trecento milioni di consumatori nell’iniziativa a suon di email; e il garbato invito finale a non fare una semplice opera di inoltro: bisogna pur mantenere ordinata l’email per una migliore lettura! Insomma: infastidite pure i vostri amici depositandogli l’immondezza davanti a casa ma, per carità, non gettatela alla rinfusa, disponetela ordinatamente! È una questione di buona educazione!
14 dicembre 2011
Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.
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