Quando Dio era intento alla creazione dell’universo, e già aveva dato forma ai cieli, stendendoli sopra l’abisso come un telo infinito, e già dava forma alla Terra, plasmando le sue montagne e poggiandola saldamente sui luoghi inferiori, avvenne che dal profondo dell’abisso le acque si levassero rabbiose, guidate dalla dea Tehom, e minacciassero di sommergere il creato. Tehom è quella stessa dea che i babilonesi chiamano Tiāmat, la divinità femminile creatrice delle acque¹.
Dio fermò le onde che si innalzavano, e scagliò contro la dea i suoi fulmini e una tempesta di grandine. Accanto a Tehom si levò anche il mostruoso Leviathan, e con lui Rahab; ma entrambe queste creature furono annientate da Dio. Vedendo che niente poteva fare per contrastare la supremazia del Signore, Tehom si dichiarò vinta, e acconsentí a che le sue acque si ritirassero; accettò anche di restare nell’abisso, e non far mai piú fuoriuscire le sue onde selvagge. Quelle acque tuttavia, per volontà di Dio, possono sgorgare pacificamente dal suolo, sotto forma di torrenti e ruscelli. In una circostanza Dio permise a Tehom di liberare le acque dell’abisso in tutta la loro potenza distruttiva: e fu in occasione del
diluvio universale.