Esiodo, che le muse vollero incoronare poeta sul monte Elicona, ci racconta che l’attuale stirpe umana è la quinta tra quelle che
si sono succedute sulla Terra. La prima stirpe fu quella dell’oro, e visse durante il regno di Crono. A quel tempo la natura era amica dei
mortali, che ottenevano senza fatica quanto occorreva loro per sostentarsi e morivano senza mai ammalarsi e senza mai invecchiare. Ogni bene
era in comune, e non vi era necessità di lavorare i campi. Zeus non amava questa stirpe, e la puní privandola del fuoco e recando
tra loro la discordia tramite
Pandora, e in seguito la sterminò con un diluvio, a cui sopravvissero solo
Deucalione e Pirra.
L’età successiva fu detta dell’argento. La stirpe che visse a quei tempi mancava di spirito religioso e di intraprendenza: fu una
stirpe dominata dalla cattiva influenza delle donne, e per di piú soggetta alla fatica e alle malattie. Fu però un periodo
pacifico, e in ciò migliore di quelli che sarebbero venuti.
Venne quindi l’età del bronzo, peggiore della precedente, che era peggiore dell’età dell’oro. Fu allora che gli uomini
cominciarono a portare armi bronzee, e a far guerra per ogni dove.
L’età successiva è quella degli eroi. Fu a quei tempi che gli eroi achei, uomini dotati di capacità di gran lunga
superiori a quelle degli uomini di oggi, condussero grandi imprese quali la conquista del vello d’oro nella remota Colchide, e assediarono e
conquistarono la grande città di Troia. Ma anche l’età degli eroi giunse a una fine, e venne l’
età del ferro, che
è poi quella in cui noi oggi viviamo.
Delle età trascorse non ci resta che un flebile ricordo, poiché di volta in volta ogni stirpe è decaduta rispetto a
quella che l’ha preceduta.
2 novembre 2011
Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.
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