Procruste (o meno correttamente Procuste) era il soprannome di Polipemone. Il nome Προκρούστης, con cui
veniva comunemente indicato, deriva dal verbo προκρούω, che significa «stirare». Ora questo Polipemone, che
viveva in una casa che dava sulla strada che unisce Eleusi ad Atene, aveva appunto l’insana abitudine di accogliere i viandanti e dar loro ospitalità per poi
aggredirli e sottoporli a un insolito supplizio: nella sua casa aveva due letti, uno piuttosto corto e uno piú lungo. Egli distendeva gli uomini bassi sul
letto lungo e, per far sí che le loro gambe si adattassero alla lunghezza del letto, le stirava: e da qui deriva il suo soprannome. Gli uomini piú alti,
invece, li distendeva nel letto corto, e poiché le loro gambe ne eccedevano la lunghezza, egli le amputava, adattando anche questi alla misura del letto. La
cosa andò avanti finché la sua strada non si incrociò con quella di Teseo, che puní l’assassino facendogli subire la stessa sorte delle
sue vittime. Va detto che secondo alcuni Polipemone non aveva due letti, ma solo uno che aveva però forma di incudine; qui il malvagio distendeva i viandanti
dopo averli tramortiti e legati, e poi li massacrava a colpi di martello.
L’espressione «letto di Procruste» è divenuta proverbiale, a indicare il tentativo di omologare a forza le persone e le cose, ma in particolare
i concetti: come fa chi, avendo una mentalità di vedute ristrette, cerca di forzare le idee perché si adattino alla sua visione del mondo.
2 dicembre 2011
Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.
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