Avvenne che un giorno il dio Heimdallr decidesse di vagare per Miðgarðr sotto mentite spoglie. Assunse dunque le sembianze di un viandante, e si fece
chiamare Rígr. Si recò quindi a incontrare i mortali, e per prima cosa visitò un’umile coppia di sposi, che lo accolsero nella loro casa:
Ái ed Edda erano i loro nomi. Gli offrirono la cena e lo ospitarono per tre notti. Ogni notte Rígr dormiva nello stesso letto degli sposi, poi si
congedò. Dopo nove mesi Edda diede alla luce un figlio, cui fu dato il nome di Þræll; e questi fu il capostipite di tutta la genia dei
servitori.
Visitò quindi una seconda coppia di sposi, che lo accolsero nella loro casa: i loro nomi erano Afi e Amma. Gli offrirono la cena e lo ospitarono per tre
notti. Ogni notte Rígr dormiva nello stesso letto degli sposi, poi si congedò. Dopo nove mesi Amma diede alla luce un figlio, cui fu dato il nome di
Karl; e questi fu il capostipite di tutta la genia dei contadini.
Ancora Rígr visitò una coppia di sposi, chiamati Faðir e Móðir. Faðir curava il suo arco, Móðir era una giovane di
grande bellezza. I due sposi lo accolsero nella loro casa, gli offrirono la cena e lo ospitarono per tre notti. Ogni notte Rígr dormiva nel loro stesso letto,
infine si congedò. Dopo nove mesi Móðir diede alla luce un figlio, cui fu dato il nome di Jarl; e questi fu riconosciuto ed educato da Heimdallr,
e fu il capostipite di tutta la genia dei guerrieri.
10 dicembre 2011
Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.
← Precedente Successivo →
Torna al menu della Mitologia Nordica