Vi fu un tempo in cui la dea Freyja fu amante di Óðinn, ed egli la amava con grande trasporto, poiché non vi è al mondo donna piú
bella di lei. La dimora di Freyja, che si trovava presso la reggia di Óðinn, era protetta dalla magia, sicché nessuno poteva entrarvi senza il
consenso della dea. Nei pressi della reggia dimoravano anche quattro nani, fabbri eccellenti, che forgiavano splendide armi e monili. Avvenne ora che Freyja,
passando un giorno di fronte all’officina dei nani, li vedesse intenti a lavorare a una splendida collana d’oro; alcuni hanno pensato che si trattasse invece di
una cintura, ma è certo che si trattava di un bellissimo monile, e che il suo nome era Brísingamen. Alla vista dello splendido oggetto, Freyja lo
desiderò ardentemente, e chiese ai nani di venderglielo, offrendo loro in cambio gemme, oro e argento. I fabbri però non vollero né oro né
ricchezze: ma risposero a Freyja che, per avere il monile, avrebbe dovuto giacere con tutti loro, dedicando a ciascuno un’intera notte. Cosí Freyja fece, e
dopo quattro notti il monile fu suo.
La cosa non sfuggí però al malizioso Loki che, sempre pronto a seminar zizzania, corse a riferire le circostanze dell’acquisto del monile a
Óðinn; e questi montò su tutte le furie, e non solo inveí contro la sua amante scostumata, ma se la prese pure con lo stesso Loki. Pretese
anche che questi si recasse a casa di Freyja e le sottraesse Brísingamen; e a nulla valsero le proteste di Loki, che a casa di Freyja non si poteva entrare
senza il suo consenso: Óðinn fu irremovibile.
Per introdursi nella dimora della dea, Loki escogitò lo stratagemma di tramutarsi in mosca; giacché il dio dell’inganno è in grado di
mutar aspetto a suo piacimento; volando intorno alla casa trovò infine una minuscola fessura nel tetto, e da lí riuscí a entrare; trovò
Freyja che dormiva supina con il monile al collo; per farla girare si mutò in pulce e la punse, sicché la dea si spostò nel sonno e, riassunta
forma umana, egli poté aprire il fermaglio e sottrarre la collana. Loki corse poi a consegnare Brísingamen a Óðinn. Quando Freyja, il giorno
dopo, si lamentò del furto, Óðinn le rinfacciò il suo comportamento disinvolto e le disse che avrebbe riavuto il monile solo a patto che
fosse in grado di scatenare una guerra eterna fra due sovrani. Utilizzando le sue arti magiche, Freyja suscitò l’inimicizia fra due re, i cui nomi sono
Heðinn e Högni, e i due diedero vita all’eterna battaglia chiamata
Hjaðningavíg; e fu cosí che la
passionale dea riebbe la sua preziosa collana, dalla quale da allora non si è piú separata.