Il culto di Vertumno, o per meglio dire di Vortumno, cosí come veniva chiamato anticamente, fu introdotto in Roma dal re Tito Tazio; risale quindi alla componente sabina della prima società romana. Egli è il dio italico che presiede al cambiamento stagionale e alla crescita delle piante, e per questa sua peculiarità in una fase tarda della concezione religiosa romana si immaginò che avesse l’abilità di mutar forma a suo piacimento. Ovidio, nelle sue metamorfosi, immagina un divertente episodio¹ di seduzione da parte del dio nei confronti della dea
Pomona, episodio nel quale Vertumno utilizza con grande impegno la sua abilità di assumere forme diverse. La fantasia di Ovidio, che ovviamente già risente della cultura mitologica ellenica, enfatizza l’affinità fra il dio delle stagioni e la dea che presiede alla crescita della frutta: due divinità preposte all’abbondanza e alla generosità della natura. In effetti i due dèi condividevano una festa (
Vertumnalia), che cadeva il 13 di agosto.
Riguardo all’origine del dio che, come detto, è prima ancora italico che romano, fin dall’antichità si è diffusa la convinzione che si tratti di una divinità etrusca importata a Roma: secondo questa opinione Vertumno sarebbe in origine un dio etrusco di nome
Voltumna, il cui nome sarebbe stato poi accostato per etimologia popolare al verbo
verto/vorto, designante il cambiamento. Quest’idea nasce dal presupposto che il dio sia stato accolto nella religione romana al tempo della presa della città etrusca di Volsinii².
D’altronde, per quanto riguarda la città in questione, sappiamo che vi si praticava il culto di una dea locale,
Veltune, ma non si ha notizia di un dio
Voltumna, né di un dio funzionalmente analogo a Vertumno.
Vi sono ottimi motivi per mettere in discussione quest’idea. Innanzitutto vi sono numerose testimonianze che depongono a favore dell’antichità di Vortumno: l’erudito Marco Terenzio Varrone lo mette a fianco di Opi, Quirino e altri, tra gli dèi introdotti già da Tito Tazio; e non è l’unico autore a ribadire che Vertumno sia uno degli dèi piú antichi. In secondo luogo, per l’appunto,
Voltumna è per noi poco piú di un nome, e non esiste traccia di un’evidenza dell’esportazione del dio dall’Etruria alle varie popolazioni italiche. Inoltre, non vi è traccia nella cultura etrusca di un dio del cambiamento stagionale. Ad ogni modo il culto di Vertumno è anteriore ai contatti con la città di Volsinii, e d’altronde iscrizioni sul dio si ritrovano in tutto il mondo italico tranne che in Etruria. Ancora, pare risalisse al regno di Numa Pompilio la statua del dio che sorgeva all’uscita del Foro.