Anna Perenna è un’antichissima dea, nota soprattutto per un suo provvidenziale intervento in soccorso del popolo romano. Pare infatti che, durante i tumulti della secessione della plebe, la mancanza di cibo mettesse a durissima prova gli insorti: che erano poi, naturalmente, gli strati piú poveri della popolazione. Quando ormai i ribelli cominciavano a disperare, la dea comparve loro e li sfamò con una scorta inesauribile di focacce che lei stessa aveva impastato. Come si può immaginare, Anna fu sempre particolarmente cara alla plebe, e la sua festa, che naturalmente cadeva all’inizio dell’anno nuovo, il 15 di marzo, era occasione per grandi festeggiamenti popolari, con allegri canti e balli e grandi bevute.
In generale si può dire che la dea rappresenti una personificazione dell’anno, nel suo ciclico ripetersi. Nel suo nome si ravvisa una
figura etymologica, dal momento che le due componenti del nome presentano la stessa radice.
Anna è ovviamente il nome femminile derivato dal sostantivo
annus; e
Perenna deriva con analoga formazione dall’aggettivo
perennis che propriamente significa «che dura tutto l’anno» e, conseguentemente, appunto, «immutabile». La dea è quindi la perfetta raffigurazione di un ciclo che si ripete costantemente, immutabile.
14 dicembre 2011
Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.
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