Mitologia greca
Aracne



Uno dei tanti miti a carattere eziologico, il mito di Aracne spiega l’origine del nome del ragno.
Aracne era una ragazza lidia, cosí esperta nell’arte della tessitura da suscitare persino l’invidia di Atena. Quando Aracne sostenne che neanche Atena stessa sarebbe stata in grado di competere con lei, la dea, in preda all’ira, volle sfidarla.
Atena tessé una tela che raffigurava le sue imprese, Aracne volle invece raffigurare gli amori, spesso violenti, degli dèi. Di fronte alla perfezione del lavoro di Aracne, che oltretutto metteva in luce gli inganni e le violenze delle divinità, Atena andò in escandescenze: lacerò la tela e colpí la ragazza. Aracne fuggí e tentò per disperazione di darsi la morte per impiccagione: ma la dea intervenne, trasformando la corda a cui Aracne si era appesa in ragnatela, e Aracne stessa in ragno.
Il mito adombra un’antica rivalità commerciale tra Atene e le città della Lidia, i cui prodotti tessili erano ampiamente esportati, ai tempi in cui il dominio del mare era saldamente nelle mani delle città lido-carie.
Aracne, peraltro, emerge dal mito non come una delle tante figure che peccano di ὕβρις nei confronti di una divinità, ma piuttosto come una disvelatrice della verità (gli abusi perpetrati dagli dèi nei confronti degli uomini), repressa per questo fatto da un potere irragionevole e violento.
Si tratta dell’unico mito che getta un’ombra sulla figura della dea Atena.

Vedi anche il mito di Rodope.

7 ottobre 2011


Questo testo è proprietà intellettuale dell’autore, Ferruccio Sardu. La sua riproposizione, anche parziale, implica la citazione della fonte.


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